C'era qualcosa che non tornava in tutta quella conversazione, un non detto che faceva sentire la sua presenza in maniera ingombrante. E, se da parte di Sebastian il tutto si poteva giustificare con la frase "sicurezza nazionale", per quanto riguardava Drew era semplicemente legato al fastidio di non essere ancora riusciuto a conoscere il nome del suo Bugiardo. E se anche Allen fosse andato a letto con il Diplomatico? Oh, beh, non sarebbe stata la prima volta: Drew non era cieco, nonostante tutto riusciva a riconoscere che l'ex Grifondoro fosse un bel ragazzo - strano, però, che non avesse mai tentato veramente di concretizzare qualcosa tra di loro. O forse neppure così strano considerando che per anni aveva considerato Allen come uno dei suoi unici amici - e portarsi a letto gli amici non rientrava esattamente nella sua to do list - il suo quasi matrimonio non veniva considerato, ovviamente. Drew si era perso nei suoi pensieri - di cosa stavano parlando? Giusto, di viaggi e volontariato. - E invece. - borbottò, distogliendo lo sguardo dai suoi interlocutori per nascondere il fastidio.
C'erano giorni in cui Sebastian si domandava il motivo per cui Drew fosse stato smistato a Serpeverde e poi una semplice frase come quella bastava per rimettere il tutto nella giusta prospettiva. Dei, quanto era permaloso - era ovvio che il commento di Noah lo avesse innervosito: c'erano poche cose cui Harris teneva e la sua professionalità era una di quelle. Seb lo conosceva abbastanza bene da sapere, pur non avendolo avuto sotto gli occhi ogni singolo giorno negli ultimi dieci anni, quante ore e quanto sudore avesse sputato pur di diventare Guaritore, pur di arrivare a quel livello. A guardarlo lontano dagli ospedali non lo si sarebbe detto, ma lui non avrebbe mai messo in dubbio il suo impegno e la sua determinazione nel lavoro. - Esatto, ed è uno dei migliori: gli affiderei la mia stessa vita. - Meglio mettere le pezze prima che la vanità ferita di Drew potesse rovinare quel pomeriggio: eppure non stava mentendo, si fidava ciecamente di Harris e - se solo non avesse temuto un altro e irreparabile litigio - gli avrebbe anche parlato dell'Ordine della Fenice. Meglio tenere quel discorso lontano, però, almeno per un altro po'. - Propongo uno scambio allora. - esordì Drew, alzandosi in piedi. - Tu mi porti in Russia e io ti porto in Colombia che ne dici? Ora scusatemi, loverbirds, ma avrei un appuntamento con Daisy e devo proprio salutarvi. - Forse non era di troppo, ma non voleva rischiare di tardare che poi chi l'avrebbe più sentita la Guaritrice americana? Sebastian osservò Drew andarsene, lanciando un'occhiata per vedere la reazione di Noah - che migliore amico sarebbe stato se non l'avesse fatto - per poi chiamare la cameriera per un altro giro. - Dove eravamo arrivati? -

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E dire che tutto quello che si era prospettato da quel pomeriggio di libertà era semplicemente riallacciare i ponti con un suo collega dell'Ordine della Fenice, comprendere quale fosse la situazione attuali e le mosse da mettere in pratica sul breve periodo. Invece, Sebastian quel pomeriggio si ritrovava a destreggiarsi tra i tentativi di abbordaggio di Drew - che avendo rivisto il suo Bugiardo era ovvio si fosse messo in testa di replicare la serata del suo compleanno - e l'evidente imbarazzo di Noah, che non aveva la più pallida idea del bordello in cui era capitato tra capo e collo. Onestamente, what a way to spend the day. Ed era ovvio quello che il Diplomatico stava pensando in quel momento, quello che pensavano tutti coloro che passavano più di cinque minuti in compagnia sua e di Drew - e dire che non erano mai finiti a letto insieme. Yet. Sebastian non era un veggente e non era nelle sue corde escludere delle opzioni a priori, ma non riusciva proprio a immaginarsi una relazione diversa con l'ex Serpeverde da quella che aveva costruito in quegli anni. Meglio non perdersi in strane fantasie o non sarebbe stato in grado di arginare i commenti di Drew, che pareva quasi completamente concentrato sul diplomatico.
- Mai troppo. - commentò asciutto il Guaritore, sfidando l'ex Grifondoro a perdersi in altri commenti su Hogwarts. I due ragazzi avevano ricordi abbastanza diversi degli anni che avevano diviso insieme e se Drew avrebbe preferito sottoporsi a un Oblivion e dimenticarne quasi ogni istante, Allen non provava i medesimi sentimenti. Al tempo stesso Seb non aveva dovuto passare sette anni nella tana delle serpi, con l'unica colpa di avere un padre babbano - per altro completamente assente - durante quelli che erano passati alla storia come gli Anni del Terrore. No, fortunatamente la situazione a Grifondoro era decisamente migliore. - Su questo Drew potrà essere un compagno di conversazione migliore di me. - ammise Sebastian, pur iniziandosi a sentire come il terzo incomodo di quell'uscita. E Drew sapeva quanto lui odiasse quella sensazione. - Ogni estate prende e se ne va in qualche paese del mondo per fare un po' di volontariato. - Sembrava proprio che il Burgiardo e lui fossero fatti l'uno per l'altro, entrambi incapaci di mettere radici: e per quanto tutto in quella situazione infastidisse leggermente Seb, well c'era un motivo se Allen era il suo migliore amico. - Ad Agosto andrò in Colombia: non sono mai stato in Russia, però. - spiegò Drew, per poi lanciare uno sguardo divertito al suo Bugiardo. E così voleva portarsi il suo Allen in Russia insieme a lui? Stava forse interrompendo quello che era un appuntamento? - Oh, love, dovevi dirmelo che ero di troppo. - E chissà quale dei due si sarebbe sentito preso in causa.


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L'imbarazzo di Noah era fin troppo palese e, se si fosse trattato di qualcun altro, Sebastian avrebbe cercato immediatamente di risolvere l'equivoco: purtroppo per il diplomatico, però, si trattava di Drew e onestamente con lui i confini tra giusto e divertente si facevano sempre leggermente labili. Inoltre, il resoconto che il Serpeverde gli aveva fatto della serata del suo compleanno era stato talmente dettagliato che da una parte avrebbe voluto complimentarsi con il ragazzo più grande e dall'altra, seppellirsi a sua volta e abbandonare quei due al loro destino: Noah, però, non avrebbe avuto nulla di cui vergognarsi. Oh, per Godric, voleva davvero pensare a Davies in quella situazione? Sarebbe stato decisamente difficile mantenere la concentrazione durante le future riunioni dell'Ordine della Fenice.
Forse era il caso di intervenire e mettere fine a quella piccola tortura nei confronti del Bugiardo? Il che, a parere di Drew, era un vero peccato dal momento che ancora non era riuscito a ricavare alcuna informazione utile: perchè smettere di giocare se ancora non si era riusciti a vincere? Eppure, dall'espressione leggermente traumatizzata di Seb, sapeva bene che il suo divertimento si sarebbe interrotto ben presto. - Ci siamo conosciuti ad Hogwarts. - Ecco, come volevasi dimostrare. Certo che una risposta più vaga Allen non poteva darla: era evidente che non sarebbe stata sufficiente per tranquillizzare il piccolo attacco di panico che aveva conquistato il diplomatico. Avrebbe potuto continuare a chiamarlo Bugiardo? Il suo non verbale era fin troppo evidente in quel momento. - Oh, ma il nostro rapporto non può essere sintetizzato così facilmente love. - Sebastian, accorgendosi del tentativo del Serpeverde di proseguire il suo giochetto, gli rivolse un'occhiataccia tale che avrebbe potuto tranquillamente sostituire una maledizione Cruciatus. - Così mi ferisci, Allen. - scherzò il Guaritore, portandosi teatralmente una mano al cuore. - Pensavo fossimo amici e non semplici compagni di scuola. - E con una semplice frase - e uno sguardo veloce per vedere se l'ex Grifondoro fosse contento della sua risposta - Drew poteva dichiararsi soddisfatto: avrebbe evitato di dover rianimare il Bugiardo in pieno infarto. Ora, però, era il suo turno per riuscire a ottenere delle risposte. - Voi, invece, dove vi siete conosciuti? -


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Alle parole del diplomatico, Sebastian si concesse un sorriso divertito e alzò la sua tazza di cappuccino, in un brindisi silenzioso: e chi meglio di lui poteva sapere che le attenzioni non erano mai troppe, che viveva sempre per essere al centro dei pensieri dei suoi amici - o anche solo delle sue conoscenze. Detto questo, era ben consapevole che il ragazzo stesse evitando di rispondere alla sua domanda: era una persona riservata dopotutto. Oh beh, Seb si sarebbe accontentato delle voci di corridoio, l'importante era che Noah fosse felice e soddisfatto della sua vita. E sembrava proprio che con la possibilità di ritornare a viaggiare, di ritornare in Cina o in un qualsiasi altro paese lontano - lontano da Londra, cosa che a parere del SSM era un vero e proprio crimini - quel risultato non fosse poi così lontano. - Vedrai, sarò un viaggiatore modello. - concesse Seb, ridendo, anche se consapevole di quanto improbabile fosse quella possibilità. Qualcosa nelle parole di Noah, però, lo confuse. - Quando non abitavo qui? - chiese spiegazioni, ripetendo la frase che risuonava tanto, troppo sbagliata alle sue orecchie. - Mi devi avere confuso con qualcun altro: gli unici anni che trascorso fuori Londra sono stati quelli scolastici e, ammettiamolo, quelli non contano. - No, lui non era come Drew: quando il ragazzo gli aveva chiesto di seguirlo in America - ricordandogli che avrebbe potuto proseguire la sua carriera al Macusa - si era rifiutato, quasi arrivando ad accusarlo di codardia. Preferiva scappare, abbandonare tutti piuttosto che impegnarsi a migliorare la situazione: considerando che il Serpeverde a sua volta lo aveva tacciato di voler morire da martire come suo padre, beh. Quello sì che era stato un bel litigio: non si erano parlati - o scritti - per sei mesi, per poi ingoiare quasi contemporaneamente l'orgoglio. E, a proposito di Drew.
Drew era perfettamente consapevole di quanto stesse irritando il suo migliore amico in quel momento: Allen, da sempre, detestava dover dividere le attenzioni del proprio interlocutore con qualcun altro - era uno dei suoi peggiori difetti. E, contemporaneamente, una delle cose che l'ex Serpeverde adorava di lui: cosa c'era di meglio per qualcuno che voleva sempre al centro dell'interesse altrui? Onestamente, erano fatti con lo stampino, quei due. Poi, si stava divertendo un mondo in quella situazione: da una parte aveva Allen, infastidito che il suo appuntamento - era un appuntamento? Perché non ne sapeva nulla? - fosse stato interrotto, dall'altra aveva il suo bel Liar completamente a disagio, preso in contropiede. Esilarante il modo in cui stava cercando di salvarsi le penne: oh beh, se quello era un appuntamento, era suo dovere di migliore amico spiegare esattamente come si fossero conosciuti. Le menzogne avrebbero rovinato qualsiasi rapporto. - Stavo lavorando. - si giustificò esasperato Sebastian, per l'ennesima volta. Drew non aveva fatto altro che lamentarsi per l'intera settimana seguente di essere stato abbandonato, come un cucciolo di cane in tangenziale - parole sue. Le uniche volte in cui non si lamentava erano quelle in cui raccontava di come si fosse comunque divertito - oh, I see. - E te ne sarò eternamente riconoscente. - continuò Drew con tono divertito, rendendosi conto che Sebastian avesse colto perfettamente l'imbarazzo del Bugiardo.

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Ero andata a dormire presto la sera prima, spossata dagli allenamenti della sera prima - un bel piano, vero? Adatto proprio per recuperare il sonno perso in precedenza o almeno quello era ciò che mi ero prefissata in precedenza: invece, ero già sveglia - che rottura. Tutto quello che desideravo era dormire, non mi sembrava di chiedere troppo: eppure ormai ero sveglia da un pezzo, almeno un'oretta o giù di lì. Mi alzai, rendendomi conto che era ormai ora di colazione e che nel Dormitorio eravamo rimaste solamente Alexis ed io - hn, strano, non mi sembrava di aver sentito Mercedes alzarsi. - Svegliati, dormigliona. - mi avvicinai al letto di Alex, toccandole una spalla con gentilezza. Poi, dopo essermi assicurata che Alex si fosse svegliata, mi preparai velocemente per scendere in Sala Grande: avevo decisamente bisogno di fare colazione, quel giorno avevamo lezione di Erbologia e - prima di andare a uccidere qualche povero esemplare innocente della flora magica - avevo bisogno di cioccolato. Ancora qualche mese e poi avrei potuto liberarmi di quella materia tossica, anche se forse - forse avrei dovuto continuare a frequentarla, in un impulso di masochismo tossico, dal momento che la foglia di mandragora mi aspettava in un futuro abbastanza prossimo. Finalmente in ordine, mi girai ad osservare la mia compagna di dormitorio, sfruttando quei momenti insieme per lamentarmi insieme a lei.- Sei pronta? Sto morendo di fame. - Quasi quasi avrei evitato volentieri la Sala Grande, recandomi direttamente nelle Cucine: purtroppo solo in Sala Grande avrei potuto confrontarmi con Mark, che mi aveva promesso i suoi appunti di Storia della Magia. Avevo una relazione da finire prima di pranzo, se possibile - o a pranzo, al più tardi: con i suoi appunti, però, avrei avuto la possibilità di pranzare tranquilla. - Tu hai già finito il saggio su Ulrich il Folletto e la rivoluzione del 1537? - domandai ad Alexis, anche se era mia abitudine non copiare i compiti dai miei amici. Mark, infatti, non rientrava tra di essi - peccato per lui che ancora non l'avesse compreso.


#F2FAF0 Parlato #520000 Pensato

Quando era stata l'ultima volta che Sebastian aveva preso una vacanza? Dallo scorso anno - da quando erano tornati i Mangiamorte - il carico di lavoro era aumentato, rischiando quasi di fargli perdere il matrimonio del secolo, avvenuto appena qualche mese prima. Oh, beh, avrebbe avuto modo di riposare nel momento del suo decesso - non era così che si diceva? Comunque non poteva ammettere in tutta onestà di non comprendere quello che - senza troppe parole - Noah stava affermando: cosa avrebbe fatto lui, se l'avessero segregato ad una scrivania? Se gli avessero impedito di girare per quella Londra che conosceva fin troppo bene? Non riusciva neppure a immaginarsi una situazione simile. - Secondo me, hai tutte le attenzioni di cui hai bisogno. - scherzò l'ex Grifondoro, finendo il proprio cappuccino. - O sbaglio, signor Davies? - Oh beh, riuscire a ottenere informazioni era il suo lavoro: il Corvonero era una persona riservata, questo sì ma al Ministero le voci circolavano in fretta. Un viaggiatore mainstream? Difficile a dirsì, più che altro gli mancava il tempo necessario per prendersi del tempo per sé. - L'Europa? - domandò Sebastian, scherzando. - Negli ultimi dieci anni la maggior parte dei miei viaggi si è concentrata negli Stati Uniti. - Soprattutto perché Drew non aveva mostrato alcuna intenzione di ritornare in Inghilterra prima della notizia del nuovo matrimonio di sua madre: di conseguenza, a mali estremi estremi rimedi. Il discorso poi virò su Ashley e la sua famiglia, facendogli ricordare anche la decisione di Isolde e Tony: ossia mandare i propri figli in America, ma non tutti - non esattamente una scelta da lui condivisibile, in effetti. Eppure con loro non aveva abbastanza confidenza da potersi permettere di esprimere le proprie opinioni, quindi aveva preferito tacere. Finalmente sembrava che la conversazione fosse arrivata a toccare argomenti interessanti, quando il suo disturbatore preferito decise di interromperli. - Era una conversazione privata, Drew. - lo sgridò Sebastian, osservandolo con un sorriso esasperato. - Conosci il significato di queste parole? -
E con una semplice frase, Drew era stato perdonato: Sebastian era troppo buono, lui l'aveva sempre detto. La loro conversazione non era oggetto di interesse per il Guaritore, almeno non in quel momento: ciò che gli premeva maggiormente sapere era come si conoscessero quei due, Sebastian e il suo Bugiardo. - Chiedo scusa, spero di non aver interrotto una conversazione importante. - Sapevano entrambi - e un po' si poteva comprendere anche dal suo tono di voce - quanto poco fosse realmente dispiaciuto. Forse erano colleghi? Hn, Drew proprio non ce lo vedeva come membro della Squadra Speciale Magica o Auror. - Vi conoscete? - domandò Sebastian, una punta di fastidio nella voce. Non che fosse realmente geloso, Drew ne era certo: conosceva l'ex Grifondoro meglio di quanto non conoscesse sé stesso e sapeva perfettamente che quello che maggiormente lo infastidiva era il fatto che non tutto - comprese le sue amicizie - girasse intorno alla sua persona. - Non esattamente. - rispose Drew, prima che l'altro ragazzo potesse intervenire. - Ma lascio al tuo ospite la possibilità di spiegare come. - Magari, presto Drew avrebbe risolto uno dei dubbi che lo irritavano dal suo compleanno: qual era il vero nome di quel Liar?

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